Siamo a metà del XX secolo, nel Torino del dopoguerra. Tre giovani universitari trascorrono oziosi e annoiati l'inizio dell'estate facendo lunghe passeggiate notturne per la città deserta. Sarà in una di queste passeggiate che incontreranno Poli, un giovane appartenente ad una delle famiglie più abbienti di Torino. Lentamente, i giovani cominciano a familiarizzare con le uscite in locali lussuosi ed esclusivi, la droga e l'eccesso. È a questo punto che un grave incidente gli impedisce di rivedere più il giovane ricco. Di nuovo disoccupati, decidono di godersi il resto dell’estate immersi nella tranquillità in un villaggio della campagna piemontese fino a quando non ritroveranno Poli, ora sposato, in una tenuta familiare molto vicina al paesino.
Questa opera tratta lo sviluppo psicologico, la malinconia, e il conflitto
interiore, riflesso nel desiderio adolescenziale di voler sfuggire al
conformismo e all'innocenza giovanile. Il contrasto molto chiaro tra la
vita rurale, modesta, tranquilla e riservata e la vita borghese, opulenta,
ostentatrice, viziosa ed estremamente noiosa mette in moto nel protagonista una
ricerca di identità fortemente influenzata dal quotidiano e dal simbolico in
uno scenario sia estetico e visivo (sempre attraverso i paesaggi rustici del
luogo di origine dello scrittore) che nostalgico e disilluso che pervade tutta
l'esperienza vitale.
(A cura di Irene Rodríguez)